mercoledì 6 novembre 2013

"Circuiti Dimenticati" - Episodio 7, Opatija


 Al momento la pubblicazione della rubrica "Circuiti Dimenticati" su The Sport Company si è interrotta. Vi pubblico qui la puntata numero 7, quella che dovrebbe essere uscita ben un mese fa. Non so se continuerò a scrivere altre puntate, al momento la rubrica rimarrà ferma.

Benvenuti ad una nuova puntata dei “Circuiti Dimenticati”, rubrica che parla di quei circuiti che hanno fatto la storia del motorsport e sono scomparsi o semplicemente dimenticati dalla gente.

Con la puntata di oggi andiamo in Croazia, più precisamente in un paese che era sotto l’Italia: Opatija (Abbazia in italiano). Qui esisteva un circuito stradale, molto conosciuto tra gli anni ’50 e ’60, ovvero il circuito stradale di Opatija.



La mappa del tracciato (1967).

Inaugurato nel 1939, sotto territorio italiano, il Circuito del Carnaro si sviluppava su strade cittadine, per un totale di quasi 6 km. Una parte del tracciato costeggiava sul Mar Adriatico, dando una vista mozzafiato. Il circuito era composto da ben 14 curve, tra le quali due tornati da affrontare a bassa velocità. I box si trovavano sul litorale.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Istria passò alla Jugoslavia e dunque il circuito finì sotto controllo jugoslavo, iniziando ad ospitare gare nazionali, soprattutto di motociclismo.

Alcune moto in azione.


Il circuito divenne così importante da iniziare gare internazionali, quali di Sportcar, Formula Junior e Formula 3, fino al Gran Premio di Jugoslavia, valevole per il Motomondiale. La prima edizione si disputò nel 1969, con la vittoria della Norton Manx di Godfrey Nash, ultima moto monocilindrica a vincere in una gara delle 500cc.

Col passare degli anni, il circuito divenne troppo pericoloso, colpa delle alte velocità che si possono raggiungere su questo tracciato e per i molti ostacoli che presenta. Infatti, nel 1973, molte case quali Yamaha, MV Agusta e Harley Davidson boicottarono il Gran Premio. L’edizione successiva confermò quanto detto: morì il pilota britannico Billie Nelson.

Altra moto in azione.

I promotori del Gran Premio di Jugoslavia, nel 1977, ricevettero l’ultimatum da parte della FIM (Fédération Internationale de Motocyclisme) per mettere in sicurezza il tracciato, col rischio che il GP del 1977 venga cancellato. L’evento rimase in calendario, ma durante il week-end del Gp ci furono due incidenti mortali: il primo vide coinvolto Giovanni Ziggiotto, durante le prove libere delle 250cc e morto in ospedale 4 giorni dopo; il secondo vide la morte di Ulrich Graf, durante la gara delle 50cc. La conseguenza di questi due incidenti mortali portò alla decisione di chiudere il circuito e di spostare la sede del GP nel nuovo e più sicuro Automotodrom Grobnik.

Vista dall'alto dell'Automotodrom Grobnik.

Attualmente del circuito rimangono solo le strade cittadine e parte di esse vengono usate per rievocazioni storiche e per varie speciali di alcuni rally nazionali.

L’Opatija era un circuito magnifico, che offriva un panorama spettacolare, ma diventato troppo pericolo man mano che passavano gli anni. E’ stato un bene la decisione di cambiare tracciato, ma è stato un vero peccato perdere un circuito affascinante come questo.

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